Nei fine settimana 11/12 e 18/19 maggio 2024 si è svolta la manifestazione nazionale dell’Archeoclub d’Italia CHIESE APERTE, una festa dedicata alla conoscenza dell’immenso e diffuso patrimonio culturale di interesse religioso.
Questa edizione, promossa dalla Sede Nazionale, è stata organizzata e coordinata localmente dall’Archeoclub di Cepagatti, riscuotendo molto successo all’interno delle comunità di zona e dei dintorni.
Gli itinerari hanno interessato le due vallate dei fiumi Tavo e Nora: Villa Celiera con l’Abbazia di Santa Maria di Casanova e la Chiesa di Regina Coeli, Carpineto della Nora con l’Abbazia di San Bartolomeo, Vicoli con la Chiesa della Madonna Dei Cinghiali, Catignano con la Chiesa di Santa Irene, Civitaquana con la Chiesa di Santa Maria Delle Grazie, Cepagatti, nella frazione di Vallemare, con la Chiesa di San Martino vescovo, Villa Badessa di Rosciano con la Chiesa di Santa Maria Assunta, Rosciano con la Chiesa di San Nicola, Pianella con la Chiesa di Santa Maria Maggiore, Loreto Aprutino con la Chiesa di Santa Maria De Recepto, Penne con il Convento di Santa Maria di Colleromano, Montesilvano Colle con la Chiesa Madonna Della Neve.
L’Archeoclub di Cepagatti ringrazia sentitamente l’ufficio Beni Culturali della Diocesi Pescara-Penne, le Associazioni presenti, i parroci e tutti i Comuni dell’itinerario, che hanno reso possibile l’evento.
Conoscere… amare… custodire… conservare… trasmettere…
ciò che gli uomini hanno costruito, con l’Arte, in onore di Dio, fonte di ogni bellezza…
Le Associazioni Cultur Celiera, Naturalmente Abruzzo, Voltigno da Amare, insieme al sindaco di Villa Celiera Domenico Vespa, hanno accompagnato i visitatori alla scoperta della Chiesa Madonna Regina Coeli e della Torre dell’Abbazia di Santa Maria Casanova.
La Chiesa della Madonna Regina Coeli sorge in campagna, appena fuori dell’abitato di Villa Celiera. La sua fondazione risale tra l’880 e il 900 d.c., dedicata alla Madonna Regina del Cielo. Nel XVI secolo fu ampliata per assumere l’aspetto attuale. L’interno è completamente in muratura a vista.
In contrada Casanova, ai piedi del borgo di Villa Celiera, l’Abbazia di Santa Maria Casanova fu il primo insediamento cistercense in Abruzzo. Fondata nel 1191, divenne subito una comunità numerosa, ricca e importante. La sua influenza e i suoi possedimenti si estendevano a Rieti, Campo Imperatore e andavano fino al Tavoliere delle Puglie, includendo anche le Isole Tremiti.
Il complesso abbaziale era costituito da una torre di vedetta con convento mentre il monastero si trovava più a valle circondato da mura. Era punto di riferimento artistico e culturale, famosa per la bellezza dei suoi codici miniati e la sua enorme biblioteca, celebre in tutta Europa.
Ebbe il suo massimo splendore nel tredicesimo secolo, quando contava più di cinquecento monaci. Fu anche governata dal cardinale Federico Borromeo, che trasferì successivamente la biblioteca dell’abbazia alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Nei secoli successivi subì un lento declino e venne abbandonata nel 1807, a seguito della soppressione degli ordini religiosi da parte di Giuseppe Bonaparte.
L’incuria e il tempo hanno rovinato ulteriormente l’abbazia.
Nel 2009, dopo il sisma dell’Aquila, la torre è stata restaurata e resa fruibile. Oggi si può salire fin sulla cima per godere di un panorama unico.
Le visite sono state seguite da un pranzo conviviale presso il ristorante la Locanda del Voltigno. Nel menù non poteva mancare la pasta alla molinara, rigorosamente fatta a mano e con sugo della tradizione. Detta anche alla mugnaia, è tipica della zona vestina. Sono lunghi maccheroni tirati a mano per la cui realizzazione è necessaria una particolare tecnica, eseguita da mani esperte, creando una specie di collana.
A seguire i famosissimi arrosticini, spiedini di carne di pecora tagliata in piccoli pezzi, cotti rigorosamente sulla brace, legati alla tradizione pastorizia dell’Abruzzo. Vanno mangiati caldissimi, accompagnati da pane e olio. Gli arrosticini sono protagonisti di numerose sagre nell’intero territorio abruzzese.
Le foto dei piatti sono di Ciriaca Puca
Nella campagna di Vicoli, in contrada Le Pietre, si trova la Chiesa della Madonna Dei Cinghiali, luogo sacro di profonda devozione da parte dei vicolesi. Originaria del XIV secolo, deve il suo nome ad una storia dove si narra che un ricco signore del luogo dovesse, per necessità, attraversare tale territorio che era in quel tempo una fitta selva, quando all’improvviso si vide assalire da un gruppo di pericolosi cinghiali. “Madonna salvami” esclamò l’uomo e l’invocazione fu ascoltata poiché le ferocissime bestie fuggirono dileguandosi nella vasta boscaglia. Trovandosi libero e salvo, costruì in quel luogo una chiesetta votiva.
L’interno, privo di decorazioni, è arricchito dall’utilizzo di materiali naturali quali legno e pietra, lasciati a vista. Le incisioni sulle mensole lignee del tetto raffigurano visi umani e la testa di un cinghiale.
Nella chiesa di Santa Maria Dei Cinghiali a Vicoli si è tenuta la presentazione del libro: Si Dice e Si Racconta di Chiese e Paesi d’Abruzzo, dell’autore Antonio Mezzanotte, moderata da Peppe De Micheli e Massimo Palumbo.
L’Abruzzo è pieno di storie che non fanno parte della narrazione comune e pieno di luoghi suggestivi e di richiamo che non vengono sufficientemente promossi. Questo libro intende raccontarli, per lasciare nel lettore la voglia di andare a visitarli.
Durante l’incontro si è riflettuto su come posti incantevoli se non valorizzati possano essere smarriti e dimenticati. È necessario creare le condizioni affinché i piccoli borghi e le piccole realtà continuino ad esistere.
Piacevoli interventi musicali della pianista Isabella Crisante sono stati accompagnati dalla voce della mezzo soprano Nadiya Tryshnevska.
Le origini della Chiesa di Santa Maria Maggiore, appena fuori dal centro storico di Pianella, risalgono al 331-340 d.C. e molto probabilmente fu edificata su un tempio pagano dedicato alla dea Vesta. Nel 1080, con i monaci di Montecassino giunti a Pianella, incominciò un rinnovamento che la portò al massimo splendore. Gli abati che si succedettero la arricchirono di affreschi, purtroppo quasi tutti andati rovinati.
Sono visibili i segni del ridimensionamento del complesso, risultante di una serie di interventi di trasformazione nel corso dei secoli.
Oggi conserva tutte le caratteristiche di un edificio medievale dalla struttura compatta, con muri spessi ed elementi decorativi che arricchiscono la sua forma semplice.
Rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura romanica in Abruzzo.
Mostra all’interno uno splendido ambone e sulla facciata presenta un bellissimo rosone, elemento di spicco per le sue dimensioni importanti.
Immersa nella quiete, a pochi chilometri dal paese di Catignano, in contrada Cappuccini, sorge la Chiesa di Santa Irene, che custodisce le reliquie della Santa dal 1847.
Fu edificata dai benedettini tra l’XI ed il XII secolo e nel 1579 venne affidata ai padri cappuccini, i quali la ampliarono e rimaneggiarono nell’apparato decorativo. Il complesso rimase per molti anni in totale abbandono e nel dopoguerra la chiesa venne ripristinata nel suo originario stile romanico. È stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1950 e successivamente ha subito importanti restauri.
All’esterno si trova uno splendido portale dove, sulle facce interne degli stipiti laterali, sono presenti graffiti di simboli legati a credenze religiose popolari.
In occasione delle visite, la dottoressa Cornelia Dittmar ha tenuto un incontro sulla riscoperta di un importante dipinto cinquecentesco dal restauro in corso.
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Civitaquana è stata fondata dai Benedettini nel XII secolo. La struttura conserva le caratteristiche distintive dello stile romanico lombardo, nonostante il complesso abbia subito nel corso dei secoli vari rifacimenti e trasformazioni. L’interno della chiesa è completamente in mattoni e pietre squadrate a vista. La fioca illuminazione avviene attraverso piccole e strette aperture. Presenta i resti di un affresco rappresentante San Martino.
Sul fianco sinistro della chiesa, all’altezza delle absidi, si erge la massiccia torre campanaria.
Oggi è Monumento Nazionale.
Durante i giorni della manifestazione è stata oggetto di un interessante convegno della dottoressa Cornelia Dittmar: La Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Civitaquana, i suoi affreschi e il loro restauro.
La piccola chiesa di Santa Maria De Recepto è la chiesa più antica di Loreto Aprutino. Fu costruita alla fine dell’XI secolo dai conti Normanni di Loreto per essere un “ricetto” dei pellegrini, rifugio e ricovero per viandanti e ammalati.
Nel ‘500 l’Abate Giovanni Battista Umbriani la trasformò e aggiunse il portale sul fianco della chiesa, con in alto lo stemma della sua famiglia.
All’interno è presente un prezioso altare ligneo della Madonna col Bambino.
La chiesa è posta in fondo al centro storico di Loreto Aprutino, inglobata in un complesso di case in mattoni e per questo non presenta una classica facciata. Al di sopra del portale, sormontato da un piccolo rosone in ferro battuto, troviamo le finestre delle case facenti parte dello stesso fabbricato. In fondo all’edificio si trova la porta detta dell’Ospedale, di cui rimane solo l’arco in mattoni.
A guidare le visite è stato il sindaco del paese Renato Mariotti, che ha illustrato la storia e l’evoluzione della piccola chiesa, con dettagli che rischiavano di sfuggire allo sguardo.
Ha raccontato inoltre numerosi aneddoti relativi alla sua ristrutturazione e molte curiosità sul borgo, come la tradizione del gobbo, il coltello fabbricato tradizionalmente a Loreto Aprutino, ad opera di fabbri coltellinai, a partire dalla fine del 1700.
È conosciuto comunemente come gobbo per via della curva pronunciata nel tratto finale del manico. È tipicamente utilizzato dai pastori dell’Appennino.
Proprio attigua alla chiesa si trovava una delle due antiche botteghe di maestri coltellinai, quella della famiglia Leonelli, attiva un tempo nel rione. Oggi resta un largo portone di legno sconnesso e consumato dal tempo, che conserva all’interno il vecchio bancone da lavoro.
L’Abbazia di San Bartolomeo sorge su una piccola prominenza rocciosa nel comune di Carpineto Della Nora, circondato da uno spettacolare anfiteatro di montagne.
Appartiene ad un antico ed importante complesso abbaziale fondato nel 962 per volontà di Berardo, conte di Penne e avrebbe ospitato in origine una congregazione benedettina che crebbe e si sviluppò rapidamente.
Nel 1258 i diritti feudali dell’Abbazia di San Bartolomeo furono ceduti al vicino complesso di Santa Maria di Casanova: ne divenne così dipendente adottando la regola cistercense.
Dal XIV secolo iniziò un periodo di decadenza. Dopo l’abbandono da parte dei monaci, le strutture architettoniche furono profondamente compromesse e del complesso rimase soltanto la chiesa, che lascia ancora oggi intendere quale dovesse essere la sua grandiosità nel medioevo.
Esternamente si scorgono alcuni ruderi degli ambienti del monastero andato distrutto.
Dall’area antistante la chiesa parte il “Sentiero delle Abbazie”, itinerario turistico del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che identifica il vecchio sentiero di collegamento con l’Abbazia di Santa Maria di Casanova, vicino al borgo di Villa Celiera.