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Una passeggiata nel cuore antico di Pescara

Alla scoperta di storie d’altri tempi, vita vissuta e personaggi illustri. Consigli per la visita, il pranzo, lo shopping e la serata

Le tre strade principali che oggi vengono identificate come Pescara Vecchia erano anticamente chiuse tra le mure di una grande fortezza militare del Cinquecento e costituivano il borgo storico della città. La piazzaforte era di forma pentagonale, con cinque poderosi bastioni angolari, e si estendeva a nord e a sud del fiume Pescara, che vi scorreva all’interno. Rimase intatta fino alla seconda metà dell’800, quando iniziò ad essere progressivamente demolita. Oggi resta quasi nulla della struttura originaria.

A fine Ottocento e nei decenni successivi questa parte della città era il centro artigiano e commerciale. 

Via Dei Bastioni e Via Delle Caserme erano le vie delle arti e dei mestieri: fabbri, ramai, stagnini, intagliatori, maniscalchi, anche un costruttore di giocattoli, mentre Corso Manthoné era la via centrale, con i negozi, le sartorie, i giornalai, le tabaccherie.  Erano collegate tra loro da una serie di vicoli. 

Corso Manthoné, foto di inizio secolo
Corso Manthoné oggi

Oggi la zona è chiusa al traffico e conserva un’aria affascinante. Tra i tanti locali, ristoranti, wine bar, non si ha che l’imbarazzo della scelta per trascorrere la serata o per un dopocena ascoltando musica. Quando le temperature lo permettono si mangia all’aperto con i tavoli disposti in strada.  

In Corso Manthoné, a pochi passi di distanza, sono nati Gabriele D’Annunzio ed Ennio Flaiano. 

Il Museo Casa Natale di Gabriele D’Annunzio, dove il Vate trascorse i primi anni di vita, si presenta come una bella casa borghese del periodo e conserva arredi, oggetti e quadri dell’epoca. 

Gabriele D’annunzio giovane
Casa D’Annunzio – Foto di inizio secolo

Uno spazio è dedicato ad una selezione di abiti  civili e militari del poeta, icona di stile, che ha dettato le regole della moda del suo tempo. Gli interni conservano lo charme originale. Nella visita ci si lascia guidare dai brani tratti dal Notturno, riportati su pannelli espositivi, ricordi vivi della sua infanzia felice, dai quali traspare tutto l’affetto e la nostalgia per questo luogo e per la sua famiglia. 

Ogni prima domenica del mese il museo è aperto con ingresso gratuito grazie all’iniziativa #domenicalmuseo del Ministero della Cultura. 

Il Festival Dannunziano anima dal 2019 l’estate a Pescara, in diversi luoghi della città. Convegni, concerti, spettacoli e appuntamenti con la musica, il teatro, l’arte e lo sport vedono la partecipazione di celebri esperti e di famosi artisti, regalando momenti di grande emozione. 

Il tratto di strada che fiancheggia Casa D’Annunzio è l’unico che conserva ancora intatta la pavimentazione originale della vecchia città. 

Strada originale

Nell’Ottocento per attraversare il fiume Pescara esisteva un ponte di legno che si reggeva su battelli ormeggiati. Era l’unico punto a distanza di chilometri dagli altri dove poter attraversare e spesso la piena del fiume lo spazzava via e doveva essere ricostruito. Smise di essere utilizzato alla fine del secolo, sostituito da una costruzione metallica. Viene citato da D’Annunzio nell’opera Le novelle della Pescara, raccolta di racconti ambientati nella sua città e nella campagna circostante, la sua “piccola patria”. 

A pochi passi si trova L’Officina delle Invenzioni, il negozio-laboratorio di Elisabetta Di Bucchianico e Dario Oggiano, designers, artisti e artigiani ceramisti, che sotto il marchio Arago Design progettano e realizzano oggetti decorativi e complementi d’arredo in ceramica, dal design funzionale ma innovativo e originale. Le loro creazioni sono legate al patrimonio abruzzese e alla valorizzazione del territorio, come il salvapecunia, un salvadanaio a forma di pecora, l’animale simbolo della regione o la neolaposacose, accessorio ispirato ad un prodotto tradizionale della gastronomia abruzzese chiamato appunto neola. È un dolce simile ad una cialda, il cui impasto viene cotto in uno stampo di ferro rovente che crea sulla superficie delle caratteristiche scanalature. La nuova linea neola vede la produzione di alzatine per la tavola in delicati toni colorati. 

Tra le ultime ideazioni troviamo il piatto salvaricetta, intento di recupero delle vecchie ricette di famiglia. Ingredienti, dosi, note di preparazione e appunti personali, in grafia incerta e spesso conservati su quaderni sgualciti, attraverso una particolare tecnica vengono impressi su porcellana, tornando a nuova vita. Alcuni piatti sono stati realizzati per Taverna 58, locale storico di Pescara. 

C’è tanto studio e ricerca dietro il loro lavoro, che ha ricevuto importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.

Il ristorante Taverna 58, aperto da oltre quarant’anni, si trova nel mezzo di Corso Manthoné. Anche se la gestione è recentemente passata in altre mani, la cucina è ancora in quelle del memorabile staff. Entrare è fare un tuffo nel bel tempo passato. Vetrate in stile Belle Epoque, restauro conservativo e un prezioso scavo archeologico dell’antico porto della città, adibito a cantina a vista. Alle pareti foto e ritagli di giornale, omaggio agli ultimi artigiani di queste vie. Ci si può accomodare nella sala storica o nella “saletta”, arredate in stile rustico elegante, per gustare ricette della tradizione e prodotti del territorio. L’atmosfera è rilassata e conversare è un piacere. A pranzo viene proposto un menù del giorno. La carta de “Le Dolcezze” è una coccola finale e comprende i più noti dolci tradizionali d’Abruzzo, sapientemente accompagnati da passiti e vini dolci regionali. 

Alla memoria di Ennio Flaiano sono intitolati un teatro e l’ultimo modernissimo ponte realizzato in città. Al celebre scrittore, giornalista e sceneggiatore sono inoltre dedicati dal 1973 i Premi Internazionali Flaiano, prestigiosi riconoscimenti assegnati a personalità che si sono distinte nell’ambito della letteratura, del teatro, del cinema, della radio e della televisione. La manifestazione presenta un ricco programma di eventi, convegni e spettacoli, che culminano nella cerimonia di consegna dei premi. 

La casa natale di Ennio Flaiano non è mai diventata un museo e attualmente è occupata da abitazioni private. La facciata presenta una targa commemorativa. A piano terra c’è il ristorante e cocktail bar Casa Flaiano, dal bel soffitto in mattoni e volte a crociera. È aperto a pranzo e cena e lo staff è giovane e attento. I piatti della tradizione sono rivisitati e le tante proposte sfiziose stuzzicano la curiosità. Idea innovativa è il carshi, personale interpretazione del sushi ma con la tenerezza della carne di scottona. A pranzo è disponibile anche un menù del giorno, ideale per un pranzo gustoso, veloce ed economico, con una selezione di vini serviti al calice.

Casa Flaiano

In fondo alla strada La Bottega delle Streghe è il negozio storico di abbigliamento, scarpe e accessori vintage, aperto nel 1977 dalle amiche Silvana&Silvana, streghe del movimento femminista di quegli anni. L’entusiasmo è lo stesso di sempre, così come la passione nel selezionare il meglio da proporre alle tante clienti affezionate. Grazie alla loro esperienza le streghe hanno la capacità di individuare a colpo d’occhio la taglia e il modello giusto e vestire ogni donna valorizzandone la fisicità e lo stile personale. 

Modella durante una sfilata di moda organizzata negli anni Ottanta

Accanto si trova lo studio-showroom d’arte contemporanea di Fabio D’Aroma, artista di origini pescaresi. Laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1997, si è in seguito trasferito negli Stati Uniti, dove ha svolto la maggior parte della sua attività. D’Aroma ha esposto a Chicago e New York e partecipato a numerose mostre collettive in Florida, Texas e in Francia. I suoi lavori sono ispirati dall’arte di Caravaggio e influenzati anche dagli studi di fisiognomica di Leonardo. I soggetti delle sue opere sono figure bizzarre, grottesche, provocatorie. Nel 2001 è stato scelto come artista emergente dalla Regione Abruzzo per la mostra Pitture a Confronto a Roma. Nel 2022 a Roma ha aperto una galleria personale. 

In Piazza Garibaldi la prima domenica del mese si tiene il mercatino dell’antiquariato. Una volta questo era il cuore della vecchia città e vi si svolgeva un ricco e affollato mercato cittadino, rinomato in tutta la regione. La piazza, tutta circondata da palazzi, sembrava un salotto, con un’ottima acustica, spazio ideale per concerti e spettacoli, molto frequentati da abitanti e turisti. La musica e i concerti bandistici erano una costante nella vecchia Pescara. 

Su Piazza Garibaldi si trovava l’elegante e raffinato caffè Il Ritrovo del Parrozzo, pasticceria e locale modaiolo dell’epoca. Fu frequentato da molti personaggi famosi che si trovavano a Pescara per le vacanze o in occasione dei tanti eventi culturali e mondani. 

Il Parrozzo è il dolce tipico pescarese, dovuto all’estro creativo e alla bravura del pasticcere Luigi D’Amico, amico di Gabriele D’Annunzio. È stato proprio il poeta a sceglierne il nome, ispirandosi al “pane rozzo” consumato dai contadini, di colore giallo perchè realizzato con farina di granturco e dalla crosta scura per la lunga cottura. Il colore giallo del Parrozzo è invece dovuto alla presenza di uova ed estratto di arance nell’impasto, insieme a farina di mandorle, e la copertura scura è di finissimo cioccolato. La coltivazione delle arance e dei limoni era diffusa su tutta la costa meridionale abuzzese, in terrazzamenti degradanti sul mare che creavano un paesaggio di notevole bellezza. Le arance venivano vendute direttamente nelle barche lungo il fiume Pescara e ci sono testimonianze di quanto fosse suggestivo questo colorato mercato in acqua.

Il palazzo dove si trovava il Ritrovo del Parrozzo venne abbattuto dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e l’attività si fermò per riprendere nel dopoguerra in altri spazi. Attualmente il Parrozzo e le altre specialità si possono gustare nella nuova sede di via Pepe, che conserva una parte degli arredi in legno originali e numerosi quadri e documenti alle pareti, a raccontare la lunga e prestigiosa storia della ditta. Importanti artisti lavorarono per rendere famoso il Parrozzo, chi scrivendone la storia, chi musicandola, chi realizzando i disegni della confezione e chi dipingendo i quadri che adornavano le sale della pasticceria.

Sempre su Piazza Garibaldi si affacciava il Circolo Aternino, ritrovo della classe agiata per il gioco e le conversazioni. Anche questo completamente distrutto dalle bombe, è stato recentemente ricostruito con la struttura fedele all’originale ed è sede di mostre ed eventi culturali.

Le osterie erano numerose nella vecchia Pescara e avevano un ruolo di aggregazione sociale per le classi popolari. Ci si poteva sfamare per pochi soldi con delle buone ed economiche minestre e, grazie ai traffici commerciali che si tenevano in città, erano molto frequentate da locali e forestieri. Nelle cantine lungo Via Delle Caserme, i pescatori si riunivano al rientro dalla pesca, portando il pescato povero da friggere e consumare insieme, accompagnandolo con un bicchiere di vino. 

Via Delle Caserme deve il suo nome al lunghissimo edificio che ospitava la caserma di fanteria, così esteso per proteggere l’interno della fortezza da eventuali assalti dalla parte del fiume. 

Nei locali della ex caserma borbonica si trova il Museo delle Genti d’Abruzzo, con le sale che si affacciano lungo il porto canale. Le origini e la storia del popolo abruzzese e le sue tradizioni millenarie sono raccontate mediante un allestimento museografico coinvolgente, ricostruzioni di ambienti, postazioni multimediali e una galleria fotografica del territorio. 

Nel percorso espositivo anche un settore dedicato al Risorgimento in Abruzzo e al Bagno Penale di Pescara, considerato il carcere più terribile del Regno delle Due Sicilie, per l’altissimo tasso di mortalità dovuto agli ambienti umidi e malsani. 

Una nuova sezione sulle Genti di Mare, tradizioni e patrimonio culturale dei pescatori in Abruzzo, è stata inaugurata lo scorso novembre. 

Nell’Auditorium e nelle altre sale del Museo delle Genti d’Abruzzo si organizzano tutto l’anno numerosi eventi, feste, convegni, mostre e presentazioni. Il Museo è inoltre sede dell’Associazione ASTRA – Associazione Studi e Tradizioni Regionali Abruzzesi – che promuove la ricerca, lo studio e la conoscenza delle tradizioni abruzzesi.

Tour della città alla scoperta degli angoli nascosti e delle storie più curiose sono organizzati da I Compagni d’Avventura, guide turistiche abilitate. Camillo e Luisa offrono inoltre un servizio di visite individuali e di gruppo anche in lingua inglese in tutta la regione. Il calendario delle escursioni proposte è ricco e variegato e i diversi itinerari permettono di conoscere le mille sfaccettature del territorio. I due amici e colleghi sanno stabilire connessioni uniche con i partecipanti.

In Via Delle Caserme, di fronte alla piccola gintoneria gestita con passione da due ragazze frizzanti, la bottega D’Ulisse racconta storie di scarpe, manualità e bellezza. Di origine pescarese, Giovanna si forma a Roma, dove impara a realizzare scarpe fatte a mano su misura durante gli anni della laurea in Storia dell’Arte. Nel 2021 decide di tornare nella sua città per aprire una bottega dove vendere le sue creazioni, realizzate a mano “dalla punta al tacco”, come dice lei. L’ascolto della cliente, la cura dei dettagli, la qualità della materia prima sono le chiavi del suo lavoro che, come sostenevano i suoi maestri, ha bisogno di tempo, pazienza e curiosità. 

All’interno del suo laboratorio, il progetto Glass creatividietroilvetro è uno spazio dove Giovanna condivide la sua vetrina con altri artigiani e creativi, come luogo di incontro, confronto e contaminazione perché la manifattura è cultura e patrimonio, un sapere antico e prezioso da promuovere e valorizzare.

Negli ultimi anni, questo rione che sembra un piccolo mondo delizioso attrae sempre più artigiani e artisti, che stanno tornando con le loro attività e la loro arte. L’augurio è che si possa replicare la bellezza di un tempo, quando in ogni porta era un mestiere. Un tempo in cui la quotidianità era scandita da ritmi più lenti, l’atmosfera era allegra, amichevole, la cordialità era alla base dei rapporti di vicinato e ci si sentiva nel proprio spazio, a casa. 

In fondo cosa c’è di più bello che fare un lavoro che si ama in un luogo che si ama?

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Tania Tortora

Amo scoprire luoghi, bellezza, arte, cultura e prelibatezze da gustare.

Sono alla continua ricerca di tutto ciò che ha a che fare con il buon mangiare e il buon bere.

Mi piace esplorare il territorio e scoprirne le particolarità. 

Sono una curiosa di storie di vita e di tradizioni.  

Rigraziamenti

Le foto d’epoca appartengono alle collezioni private del dott. Antonio Di Loreto e del dott. Pierluigi Francini ai quali va il mio sentito ringraziamento.