“IL PATRIMONIO PER IL PIANETA TERRA
Toscana per la biodiversità:
Il rinascimento dei grani antichi – il caso di Montespertoli”
Firenze, Auditorium al Duomo – Sala Borselli (Via de’ Cerretani 54r)
7 febbraio 2017, ore 15.30 – 19.00
Incontro sull’esperienza dei Grani antichi di Montespertoli, una nuova filiera che crea lavoro aggregazione sociale nel rispetto dell’ambiente
e la salvaguardia della biodiversità.
Intervengono specialisti economici, agronomi, politici e agricoltori per descrivere la nascita del progetto e il suo sviluppo.
Un pomeriggio dedicato ai grani antichi, grazie all’esperienza dell’associazione Grani Antichi di Montespertoli, attiva dal 2010. Attraverso questo incontro si rimarcherà l’importanza delle riscoperta di questa tipologia di grani, che abbracciano l’ambiente e la salute e che sono un preziosissimo fiore all’occhiello dell’agricultura italiana.
PROGRAMMA
15.30
Introduzione: Paolo Del Bianco, Presidente Fondazione Romualdo Del Bianco – Life Beyond Tourism
Saluti istituzionali: Giulio Mangani, Sindaco Comune di Montespertoli
Comune di Firenze, Regione Toscana, Rotary, SAFI
Presentazione dell’Associazione nel contesto socio economico di Montespertoli.
Guido Gualandi, Presidente Associazione Grani Antichi di Montespertoli
La rivoluzione dei Grani Antichi: la diffusione in Italia di un nuovo modello agricolo e nutrizionale, per la biodiversità e la sovranità alimentare.
Gabriele Bindi, giornalista ambientale
Grani antichi e salute: quali evidenze cliniche?
Francesco Sofi, Scienze dell’Alimentazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi ,Università degli Studi di Firenze , francesco.sofi@unifi.it
***pausa con assaggi biscotti, pasta, pane***
17.15
Qualità dei prodotti, valore delle persone.
Brunella Trucchi, brunella.trucchi@unifi.it, Lisetta Ghiselli, lisetta.ghiselli@unifi.it, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari, Università degli Studi di Firenze e Francesca Castioni, castioni.fra@gmail.com, Agronoma Filiera Grani Antichi di Montespertoli
Azione Collettiva e pane di grani antichi a Montespertoli: una filiera territorialmente integrata.
Gianluca Stefani, gianluca.stefani@unifi.it e Ginevra Lombardi , gvlombardi@unifi.it, Università di Firenze, Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa
Il Pane di Montespertoli: una filiera frutto di innovazione sociale Presentazione dei risultati preliminari di un’analisi socioeconomica del progetto DIVERSIFOOD.
Simona D’Amico, Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Università di Pisa, simona.damico@agr.unipi.it.
Associazione Grani Antichi di Montespertoli
L’Associazione è attiva dal 2010, ma è stata fondata ufficialmente nel settembre del 2014 da un mugnaio, un fornaio ed alcuni agricoltori e produttori di grani antichi.
Attualmente comprende, oltre ai soci sostenitori, 20 soci produttori, un mulino e due forni.
La superficie impegnata nella produzione è di circa 450 ettari, dei quali un terzo, quindi 150 ettari, ogni anno viene seminato a grani antichi.
Alla coltivazione dei grani teneri (Andriolo, Autonomia, Frassineto, Gentil Rosso, Mentana, Sieve, Verna) vengono dedicati 100 ettari , mentre su 50 ettari sono coltivati i duri (Cappelli e Timilia).
Il raggio d’azione si estende al territorio di Montespertoli ed ai comuni limitrofi.
La creazione di una filiera locale virtuosa, che avvicina, coinvolge e lega tra di loro gli agricoltori, i trasformatori ed i consumatori è lo strumento economico che permette di realizzare questo progetto.
In questo processo, che è di riscoperta ed invenzione, è stata coinvolta anche l’Università di Firenze.
E’ stato creato un disciplinare contenente regole chiare di produzione e trasformazione.
Le aziende socie-produttrici, sono o controllate e certificate da Agricoltura Biologica (Reg. CE 834/2007 e 889/08 ), o garantite da un sistema di controllo e conoscenza, chiamato Garanzia Partecipata (www.garanziapartecipata.it), messo in atto tra i produttori, i consumatori ed i tecnici che collaborano al progetto.
Un agronomo è stato messo a disposizione delle aziende agricole per affrontare assieme gli aspetti inerenti le corrette pratiche di coltivazione, le rotazioni, la formazione, la divulgazione ed i contatti con gli Istituti di ricerca.
L’Associazione dei Grani Antichi ha rimesso a coltura tanti campi che altrimenti sarebbero stati abbandonati perchè lavorarli non sarebbe stato economicamente conveniente.
Alcuni agricoltori sono nuovamente interessati a proseguire nel loro lavoro, finora poco riconosciuto, e sono maggiormente consapevoli dell’importanza di produrre cibo sano.
Il prezzo stabilito permette di remunerare ogni tassello della filiera, riconoscendo dignità ad ogni tipo di lavoro, sia manuale che intellettuale.
Si cerca di fare andare a braccetto la sostenibilità economica con la sostenibilità ecologica.
Sono state coinvolte le scuole e vengono creati momenti/eventi per fare conoscere il valore di tutto il processo.
Uno dei meriti dell’Associazione è di aver riavvicinato la ricerca ai campi e di coltivare questa continua collaborazione.
Va comunque ribadito che le varietà antiche non sono un oggetto da museo, ma sono una nostra grande ricchezza, a partire dalle quali andranno create nuove selezioni con nuovi presupposti ed in grado di creare nuove prospettive.
Da altre realtà toscane e fuori Regione vengono richiesti contatti con l’Associazione Grani Antichi di Montespertoli perchè al momento è tra le poche realtà che agiscono coordinate dal campo al prodotto finale, riuscendo a remunerare in modo autonomo un prodotto di grande qualità.
L’ideale sarebbe riuscire a creare tante filiere nelle diverse zone, accorciando gli spostamenti per la molitura e le trasformazioni. In questo modo si risparmiano i costi di trasporto, che incidono non poco nella creazione del prezzo.
Una produzione locale permette ai consumatori di conoscere i propri produttori, di sostenerli e rende consapevoli di quanto sia importante saper produrre ed alimentarsi bene.
In questo spirito una realtà locale dell’Amiata, in particolare il fornaio Giorgio Rossi de “Il Buon Pane“ di Abbadia San Salvatore, ha riunito in un pomeriggio di convegno le Associazioni che in zona si occupano delle tradizioni locali.
Sono intervenute l’Associazione di produttori locali “La Pera Picciola, il Museo della Mezzadria di Buonconvento e il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, che successivamente ha ospitato nei suoi locali una degustazione proprio a base di prodotti ricavati dalle farine antiche.
Sono stati invitati, oltre alla rappresentanza dell’Associazione di Montespertoli, alcuni produttori che già coltivano queste antiche varietà non lontano dall’Amiata, e soprattutto il Prof. Benedettelli dell’Università di Firenze che, con grande competenza e disponibilità, accompagna questo progetto.
Gli interventi di alcuni produttori, che hanno esperienza di grani antichi, stimolano a proseguire lungo questo percorso.
ALCUNE CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI DEI GRANI ANTICHI
Oggi, soprattutto grazie al lavoro portato avanti da ricercatori dell’Università di Firenze e Bologna (prof. Benedettelli e prof. Dinelli), questi grani antichi stanno dimostrando proprietà nutrizionali che i grani più moderni non hanno.
Il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA) di Firenze in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica di Firenze ha condotto alcuni studi in vivo, confrontando gli effetti del consumo di farine/semole ottenute da grani antichi e moderni.
Questi studi hanno evidenziato come nei grani di antiche varietà sia presente un elevato contenuto di composti antiossidanti, a capacità antiinfiammatoria.
Il consumo di alimenti ottenuti da tali farine ha un ruolo protettivo per l’organismo, diminuendo il contenuto di colesterolo nel sangue e i parametri infiammatori. Le infiammazioni croniche, infatti, sono state evidenziate come la causa di numerose malattie nell’uomo, per cui una dieta che apporti antiossidanti naturali è indicata per abbassare il rischio di contrarre malattie.
Inoltre il glutine delle varietà antiche ha una composizione qualitativamente migliore rispetto allemoderne. Questa caratteristica riduce la sensibilizzazione dell’organismo (intolleranza) al glutine, diminuendo l’insorgenza di problemi legati alla Gluten Sensitivity (G.S).
L’eccessivo consumo di prodotti contenenti un glutine di cattiva qualità, a lungo andare, produce una sensibilizzazione dell’organismo a questa proteina, che si può manifestare con gonfiori addominali, dermatiti atopiche ed anche dolori alle ossa e alle articolazioni.
Roberta Perna – pr.enogastronomia@gmail.com – 329.9293459